San Gerardo in prima linea con la chirurgia ricostruttiva

Il centro di chirurgia aricostruttiva si occupa di una media di 3mila interventi all'anno, circa 6 emergenze al giorno con uno staff di medici altamente specializzato e reperibile h24.

San Gerardo in prima linea con la chirurgia ricostruttiva
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Chirurgia ricostruttiva, l'equipe di Monza in prima linea su casi dai risvolti drammatici

Chirurgia ricostruttiva in prima linea

Quattro interventi complessi e dai risvolti drammatici solo nell'ultima settimana. Una media di 3mila interventi all'anno, circa 6 emergenze al giorno per uno staff di medici altamente specializzato e reperibile h24.

E' la fotografia che meglio rappresenta il centro di chirurgia plastica ricostruttiva del San Gerardo di Monza, guidata dal Dott. Massimo Del Bene, che negli ultimi 7 giorni si è trovato a dover fare i conti con 4 casi urgenti, difficili e dalle storie drammatiche.

Gli interventi su 4 casi drammatici

Il primo caso è quello di A.M.D., 50 anni, originario del Bangladesh, aggredito sabato 22 luglio all’interno del «Milan Bangla Sas», una piccola agenzia di viaggi, phone center e money transfer a Milano vicino alla stazione Centrale. In seguito ad un litigio, il suo aggressore gli ha amputato l’orecchio sinistro. Trasferito dall’ospedale Niguarda al San Gerardo nella notte, l’uomo è stato sottoposto ad un intervento di
reimpianto microchirurgico. L’orecchio è stato posizionato, salvaguardando la cartilagine in maniera provvisoria, in attesa del definitivo riposizionamento.

Dalla Caritas di Como è invece arrivata la richiesta di aiuto per M.H., un ragazzo di 18 anni del Ghana. Si tratta di un profugo, arrivato con un barcone dalla Libia. Prima di sbarcare sulle nostre coste è stato tenuto in un centro di detenzione per un anno e mezzo e torturato alle mani con lo scopo di estorcere soldi alla famiglia per la sua scarcerazione. Per lui è stato predisposto un piano di recupero microchirurgico
della funzionalità di entrambi gli arti.

Una storia analoga è quella di M.D., 20 anni, originario della Nigeria e arrivato all’ASST di Monza attraverso il Centro di Accoglienza di Lecco. Per un anno e mezzo è stato torturato in Libia. I suoi aguzzini gli hanno gettato addosso della benzina e poi gli hanno dato fuoco. Il ragazzo ha riportato una deformità post traumatica alle mani che non gli permette di articolare i movimenti, il viso deturpato, la retrazione del labbro e ustioni sparse sul torace e sul resto del corpo.

Sempre questa settimana il Dott. Del bene ha operato all’ospedale Niguarda di Milano un profugo 18enne. A Ventimiglia, il ragazzo ha attraversato il confine francese attraverso il Fréjus. L’amico che era con lui però si è trovato in serie difficoltà nella neve. Così il 18enne non ha
esitato ad aiutarlo riportando però il congelamento delle mani. La conseguenza è stata l’amputazione di tutte e 10 le dita.

"Operiamo con competenza e senza clamore"

“Interventi complessi, delicati e di successo come questi – sottolinea il direttore generale della ASST di Monza Matteo Stocco – portano il San Gerardo alla ribalta della cronaca, mettendo in luce i nostri professionisti che ogni giorno operano con competenza senza clamore. È così che anche l’ordinario diventa straordinario grazie ai nostri chirurghi”.

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