Chernobyl le foto dei luoghi del disastro oltre trent'anni dopo

Una mostra all'Hub Desio Giovani realizzata da Mattia Pozzi e Monica Consonni.

Chernobyl le foto dei luoghi del disastro oltre trent'anni dopo
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Chernobyl le foto di luoghi del disastro oltre trent'anni dopo.  C’erano circa 50mila abitanti a Pripyat, in Ucraina, prima del 26 aprile 1986. All'1.26 del mattino il reattore n° 4 della centrale nucleare di "Lenin" di Chernobyl, poco distante, esplose durante un test. Fu il più grande incidente mai verificatosi in una centrale nucleare.

Tutto è rimasto immobile

I cinquantamila abitanti di Pripyat furono evacuati, lasciandosi alle spalle la vita di tutti i giorni e portando con sé solo i documenti e pochi oggetti necessari. Case, ospedali, scuole, strade: tutto è rimasto immobile da allora a raccontare quello che c’era e che non c’è più. Solo il degrado, la rovina e la vegetazione che ingoia tutto rivelano come in realtà siano passati più di 30 anni. Luoghi senza tempo che Mattia Pozzi e Monica Consonni hanno raccontato con la loro macchina fotografica: "Chernobyl: istantanee dalla zona di esclusione", questo il titolo della mostra che sarà inaugurata venerdì 25 maggio alle ore 21 all’"HubDesio Giovani" (via Lampugnani, 68).

Mostra visitabile fino al 24 giugno

Mattia Pozzi e Monica Consonni, giussanesi, appassionati di viaggi da backpackers, cioè zaino in spalla, e di fotografia, la scorsa estate, hanno deciso di raggiungere San Pietroburgo da Milano in treno e entrare nella "zona rossa" di Chernobyl. "Siamo emozionati: questa mostra sembrava soltanto un'utopia, invece siamo riusciti a realizzarla grazie anche all'aiuto dei ragazzi di HubDesio", dichiara Monica Consonni. E aggiunge Mattia Pozzi: "Vedere stampate le tue foto e soprattutto vederle appese in uno spazio pubblico, è una sensazione strana ma bellissima". La mostra potrà essere visitata fino a domenica 24 giugno nei seguenti orari: lunedì e venerdì dalle 16.30 alle 18.30; mercoledì dalle 14.30 alle 17.30; sabato dalle 14 alle 18. Ingresso libero.

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