Incidente Lamina di Milano, si indaga per omicidio colposo plurimo

Un muggiorese tra le vittime. Il fratello gravissimo.

Incidente Lamina di Milano, si indaga per omicidio colposo plurimo
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La Procura di Milano sta indagando con l'ipotesi di omicidio colposo plurimo sull'incidente avvenuto alla Lamina di via Rho a Milano, dove hanno perso la vita tre operai. Una delle vittime è Arrigo Barbieri di Taccona di Muggiò. Suo fratello Giancarlo è ricoverato in condizioni disperate.

Incidente alla Lamina di Milano, si indaga per omicidio colposo plurimo

Emergono ulteriori dettagli sulla tragedia sul lavoro avvenuta ieri sera alla Lamina di Milano - azienda specializzata nella produzione di acciaio e titanio - in cui tre operai hanno perso la vita, uno è in gravissime condizioni e altri due sono ricoverati in ospedale per intossicazione, forse da azoto. La Procura di Milano indaga ora con l'ipotesi di omicidio colposo plurimo e, come atto dovuto per il sequestro della fabbrica e per gli accertamenti, verranno iscritti nel registro degli indagati il responsabile legale dell'azienda e probabilmente altre figure, come i responsabili della sicurezza.

La tragedia è avvenuta poco prima delle 17 di ieri, martedì 16 gennaio. Durante le operazioni di manutenzione ad una delle vasche di un forno interrato tre operai sono rimasti intossicati, probabilmente dall'azoto. Si tratta di:

  • Arrigo Barbieri, di Taccona di Muggiò, nato nel 1960 e residente a Busto Arsizio. E' morto all'ospedale di Monza. 
  • Marco Santamaria, nato a Monza nel 1975. 
  • Giuseppe Setzu, nato a Milano nel 1096. 

Il fratello di Arrigo Barbieri, Giancarlo, anche lui dipendente dell'azienda Lamina, è ricoverato in fin di vita al San Raffaele di Milano. Fuori pericolo alla clinica Santa Rita Alfonso Giocondo, nato a Torre Annunziata nel 1970 così come Giampiero Costantino, nato a Legnano nel 1973. Sono stati proprio gli ultimi due a dare l'allarme e a far scattare i soccorsi.

Indagini sulla dinamica e sull'allarme

I Carabinieri della compagnia di Milano stanno lavorando in queste ore con il personale dell'Ast per capire se ci siano stati errori umani o si sia trattato di un problema della strumentazione. In particolare le indagini si starebbero concentrando sui dispositivi di allarme. Sembra infatti che i sensori deputati a segnalare la fuoriuscita di monossido di carbonio e azoto non abbiano funzionato e quindi l'allarme non sia suonato.

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