Migranti al posto della Via Crucis: "Quando la ricollocheremo la sentiremo più nostra"

Migranti al posto della Via Crucis: "Quando la ricollocheremo la sentiremo più nostra"
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Migranti al posto della Via Crucis: "Quando la ricollocheremo la sentiremo più nostra"

Dopo le critiche e le polemiche (in primis quelle dei leghisti), i sacerdoti della chiesa di Regina Pacis, a Monza, tornano a difendere la loro scelta di sostituite – momentaneamente – i pannelli della Via Crucis con le foto dei migranti.

La decisione non era stata apprezzata da tutti i fedeli, tanto che in molti, sabato, avevano deciso di non partecipare alla Preghiera per la pace che aveva visto la partecipazione dei rifugiati ospitati in città e del referente del centro islamico di via Ghilini che ha cantato una sura del Corano.

A una settimana di distanza, i sacerdoti hanno voluto ribadire la loro posizione. E lo hanno fatto dalle colonne dell'Informatore parrocchiale.

La preghiera iterreligiosa

“Nella giornata di sabato 30 dicembre abbiamo vissuto un intenso e partecipato momento di preghiera interreligiosa – ha fatto sapere don Giuseppe Barzaghi – Una preghiera che ha portato come primo frutto quello dell'accoglienza rispettosa, affettuosa, cordiale di alcuni migranti e rifugiati che abitano tra noi. I quattro verbi indicati da Papa Francesco, accogliere, proteggere, promuovere, integrare, li abbiamo sentiti in varie lingue, pronunciati dagli stessi migranti”.

Una scelta simbolica

E prosegue. “La scelta simbolica di sostituire temporaneamente la Via Crucis con i volti del progetto Beyond the skin è tradurre ciò che ha raccomandato il Papa. Molti migranti e rifugiati, lo vediamo anche in questi giorni, sono giovanissimi, come i nostri ventenni, che sono pronti a rischiare la vita, mettendosi in viaggio in mezzo a pericoli e fatiche. In termini cristiani, se non è Via Crucis questo viaggiare, cos'è la Via Crucis?: La Via Crucis è ciò che ci unisce: tutti nella vita siamo in cammino e, come sappiamo bene noi cristiani, la vita è sempre e per tutti una Via Crucis”.

"Dispiace che non tutti abbiano capito"

Per quanto riguarda i parrocchiani che non hanno apprezzato o capito fino in fondo la decisione, don Giuseppe, ribatte. “Dispiace che qualche cattolico, invece di ricercare ciò che ci unisce con molti fratelli in umanità, esaspera le cose creando disunione”.

"Sentiremo più nostra la Via Crucis"

E conclude. “Per meglio valorizzare la Via Crucis di Gesù, per qualche settimana guardiamo alla Via Crucis degli uomini di oggi (questa volta si tratta dei volti dei migranti, ma lo sappiamo, ci sono molte altre Via Crucis , nelle nostre famiglie, negli ospedali, nel carcere, negli ambienti di lavoro, nelle scuole eccetera)".

"Quando ricollocheremo la Via Crucis di Gesù, forse la sentiremo più nostra e ci riscopriremo più fratelli nel dolore: se sarà così la pro-vocazione ha ottenuto il suo risultato e perfino il parroco sarà più contento”.

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