Profughi a zero, ora aiuti agli italiani

Se in cinque anni con il Fondo Hope sono stati erogati 1 milione e 300 mila euro per aiutare circa 2500 persone, ora la nuova sfida sarà aiutare gli italiani.

Profughi a zero, ora aiuti agli italiani
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Non solo in Brianza si sono praticamente azzerati «gli sbarchi» con soli 17 arrivi in questi primi sei mesi del 2019, ma sono anche notevolmente diminuiti i richiedenti asilo del programma di accoglienza. Delle 2300 unità della fase calda dell’emergenza, ne sono rimasti oggi 1400 (e a Monza meno di 400). E se in cinque anni con il Fondo Hope sono stati erogati 1 milione e 300 mila euro per aiutare circa 2500 persone, ora la nuova sfida sarà aiutare gli italiani. «Si va verso un Hope 2: chiediamo la collaborazione della comunità per sostenere i brianzoli che versano in condizione di fragilità», ha chiesto Rti Bonvena. Questo il tema emerso lunedì in occasione della presentazione dei risultati del Fondo Hope in Provincia.

Cosa è stato fatto

L’idea è che non ci possa essere vera accoglienza senza un aiuto all’autonomia, che passa attraverso l’apprendimento di un mestiere per approdare al lavoro. Per farlo è stato ideato un Fondo che parte da un patto comune che in un lustro ha messo assieme un milione e 300mila euro. Fondi di cui hanno beneficiato 2328 richiedenti asilo per 600 euro l’uno mediamente (in un range che va da 450 euro a 2000) che sono consistiti prevalentemente per 1219 di loro in possibilità di frequentare corsi professionali, per 760 di approfittare di tirocini aziendali e borse lavoro e per 53 di beneficiare di un contributo di sostegno all’autonomia abitativa. Solo 295 persone (per un totale di 66.644 euro) hanno avuto invece i cosiddetti voucher di «buona uscita» che rappresentano la risposta a chi è uscito dalla rete di assistenza perché è stata respinta la domanda di asilo (mediamente gli assistiti sono maschi africani sui 25 anni).

Il futuro

Questo quello che è stato fatto fino alla stretta del Governo in tema di accoglienza, ma ora si apre un nuovo capitolo. Tutta quella rete brianzola fatta di cooperative, aziende virtuose che si sono messe a disposizione, associazioni come la Caritas o le istituzioni come sindacati e provincia possono ancora fare molto. Da qui parte la sfida del Fondo Hope 2. «L’obiettivo diventa quello di rilanciare il fondo in chiave territoriale monzese - spiegano gli ideatori - Chiediamo la collaborazione della comunità con lo scopo poi di far diventare beneficiari anche gli italiani che versano in condizione di fragilità e che necessitino inclusione sociale, pensando sempre in chiave di formazione professionale e sostegno all’abitare».

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