Sindacati in piazza il Primo maggio: "Ancora troppi morti sul lavoro"

Esponenti di Cgil, Cisl e Uil hanno manifestato all'ombra dell'Arengario, a Monza

Sindacati in piazza il Primo maggio: "Ancora troppi morti sul lavoro"
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Sindacati in piazza il Primo maggio: "Ancora troppi morti sul lavoro"

Esponenti di Cgil, Cisl e Uil ieri mattina - mercoledì Primo maggio - si sono trovati all'Arengario, a Monza, in occasione della Festa del Lavoro. Celebrazioni segnate inevitabilmente dai recenti incidenti sul lavoro. Ben cinque solo in Brianza nel giro di poche settimane.

Lo ha evidenziato nel suo intervento la segretaria Cisl Monza Brianza Lecco Rita Pavan, salita sul palco insieme ad Angela Mondellini, segretaria Cgil Monza Brianza, Abele Parente, segretario Uil Monza Brianza, e Valerio D’Ippolito, responsabile di Libera Monza e Brianza.

«Lavoro e sicurezza – ha affermato la responsabile Cisl Monza Brianza Lecco Pavan – devono stare insieme, senza l’uno non può esserci l’altra. Meno infortuni e zero morti sono il nostro obiettivo. Perché nel 2019 non si può pensare di uscire di casa la mattina per andare a lavorare e non farvi più ritorno. Un lavoro più sicuro è per noi la precondizione per parlare di lavoro».

E di un mondo del lavoro sempre più difficile hanno parlato anche Said Samir, Dennis Marelli e Antonio Varrella, intervenuti rispettivamente in rappresentanza di Cgil, Cisl e Uil. Ma la Festa del Primo Maggio ha fornito anche l’opportunità per ribadire come spesso il lavoro manchi a troppe persone o sia solo precario. Rita Pavan ha evidenziato anche la necessità di una lotta senza quartiere all’illegalità («il nostro territorio non è purtroppo esente dalle mafie») e all’evasione fiscale, uno scandalo da 120 miliardi di euro ogni anno.

«Senza Europa – ha specificato Rita Pavan – non staremmo affatto meglio. In un contesto di competizione internazionale l’Italia, come ogni singolo Paese, può fare da sola davvero poco. Questo non significa che l’Europa vada tutta bene così com’è: è indispensabile cambiare, dobbiamo costruire una nuova Europa della solidarietà, con politiche economiche al servizio delle persone e non il contrario».

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