Comitato e Legambiente: non abbattete quei sedici pini

A Carate «ciVitaVerde» denuncia con una istanza le pecche della delibera di Giunta che prevede il taglio di diversi alberi a Costa Lambro.

Comitato e Legambiente: non abbattete quei sedici pini
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Il neo comitato ciVitaVerde insieme a Legambiente si è mobilitato per salvare i sedici pini di Costa Lambro a Carate Brianza.

Non abbattete quei sedici pini domestici

Lo ha fatto con una istanza inviata a una pluralità di soggetti non solo istituzionali un’istanza per invitare sindaco e Giunta a bloccare il progetto che prevede il previsto taglio degli alberi nella frazione di Costa Lambro disposto dalla Giunta con un progetto di manutenzione dei marciapiedi approvato a fine 2018 e ora pronto per essere attuato. L'iniziativa del comitato cittadino ha trovato l'appoggio anche dello storico ambientalista di Legambiente, il seregnese Antonello Dell’Orto.

Un minuzioso excursus legale, atti e articoli alla mano, per ripercorrere l’iter che ha portato ad approvare il progetto preliminare, il 28 novembre, e convertirlo in esecutivo il 6 dicembre 2018, otto giorni dopo. Un percorso non solo breve ma tutt’altro che impeccabile, a sentire il Comitato. «L’atto esecutivo è stato approvato prima di pubblicare all’albo il preliminare, e senza le autorizzazioni vincolanti del Parco Valle Lambro e della Soprintendenza», hanno detto i referenti del comitato in una conferenza stampa convocata nel fine settimana.

Giuridicamente, secondo il comitato, il procedimento avrebbe parecchie lacune. La Giunta di Carate Brianza vuole tagliare gli alberi per motivi di sicurezza e incolumità e non ripiantumare: la legge consente il taglio solo se le piante sono malate ed obbliga a ripiantumare» hanno riassunto, per affermare che «sussistono perplessità sui pareri del Parco e della Soprintendenza, che pure ha dato autorizzazione con due prescrizioni, il parere firmato di un agronomo che autorizzi il taglio e il vincolo di ripiantumazione».

Due aspetti chiave per  il comitato «ciVitaVerde» e Legambiente. «Recenti perizie comunali hanno accertato che gli alberi sono in buono stato, un taglio per motivi di sicurezza non è veritiero. L’Esecutivo poi esclude la ripiantumazione citando l’articolo 892 del Codice civile che disciplina il suolo privato, ma i fusti stanno su area pubblica cioè in vigenza del Codice della strada e del Regolamento comunale del verde urbano che invece, all’articolo 20, impone di ripiantumare».

Infine il Comitato chiede «una perizia tecnica per valutare l’entità dei danni arrecati dalle radici e considerare soluzioni alternative al taglio». Ergo, la scelta di riassumere i rilievi in un documento ufficiale, un’istanza di sospensione. «Ci siamo mossi forti delle nostre ragioni ma con spirito collaborativo, scegliendo una forma più morbida del ricorso al Tar: auspichiamo una riflessione della Giunta nell’interesse dei caratesi, perché la difesa del verde equivale alla tutela della salute dei cittadini» hanno spiegato, rimarcando l’obiettivo «di mettere in autotutela il provvedimento per modificarlo radicalmente».

Il servizio completo sul Giornale di Carate in edicola.

 

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