Il medico alpino è andato in pensione

Per 43 anni il dottor Severo Corbetta ha curato generazioni di caprianesi

Il medico alpino è andato in pensione
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Ora che ha raggiunto la pensione, si dedicherà al volontariato - è capogruppo delle Penne nere - e ai suoi nipoti, ma sa già che non riuscirà mai a staccarsi del tutto da quella vita che ha scelto dal 1968, anno della sua iscrizione all’Università Statale di Milano. Decisione che ha poi confermato nel 1974, anno del conseguimento della laurea in Medicina generale e che ha abbracciato a piene mani nel 1976, quando ha preso servizio a Capriano, frazione di Briosco in cui è nato, dopo aver concluso il servizio militare come Alpino a Silandro.
Dopo quarantatré anni, è arrivato il momento per Severo Corbetta di appendere camice e stetoscopio al chiodo, salutando i suoi mille e 500 pazienti provenienti non solo da Capriano ma da buona parte della Brianza.

Una passione coltivata fin da ragazzo

Era arrivata fin dai primi anni del liceo, frequentato al "Frisi" di Monza e di cui il dottore conserva un ricordo splendido, la passione per la medicina.

"All’inizio ero indeciso tra Medicina e Ingegneria - racconta - Andando avanti nel tempo ho avuto le idee sempre più chiare". Idee sicure anche nel momento della specializzazione: "Non ho avuto dubbi, la Medicina generale era la mia strada. Tuttora la considero la branca più bella perché, a differenza dei medici specializzati in un singolo argomento, curo la persona, non la malattia precisa".
E’ di questo lato umano della professione che Corbetta ha fatto il suo punto di forza. Molti suoi pazienti, infatti, pur trasferendosi in comuni vicini per motivi di lavoro o dopo essersi sposati, hanno chiesto di rimanere in cura da lui, accettando l’idea di fare più chilometri pur di restare nelle sue mani.

"Siamo medici di fiducia"

"La mia professione è stata chiamata in tre modi differenti: medico di famiglia, medico di medicina generale e medico di fiducia - ha proseguito Severo Corbetta - Dalla somma di queste tre caratteristiche, si ottiene il risultato di come andrebbe, secondo me, affrontato questo lavoro. Bisogna infatti essere conoscitori di tutta la medicina generale per riuscire a trovare una cura in ogni situazione; medici di famiglia, perché conoscere la storia clinica della famiglia di un paziente è fondamentale per risalire alla causa del malessere prima. Infine si deve essere soprattutto medici di fiducia: il paziente quando va a farsi visitare, si apre e confida volontariamente al dottore tutto ciò che si è tenuto dentro. Sta a lui poi il compito di ascoltarlo e saperlo aiutare".
Dall’inizio del mese di gennaio Corbetta ha passato il testimone a Nadia Scali. La dottoressa ha mantenuto lo stesso studio, in via Garibaldi 10, così come i medesimi orari di ricevimento: lunedì, martedì, giovedì e venerdì, dalle 16 alle 19,30, mercoledì dalle 9,30 alle 12,30.

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