Impresa oltre ogni limite... per beneficenza

Il lentatese Simone Traversa è rimasto in sella alla bici per 24 ore percorrendo su e giù la salita Nesso-Sormano.

Impresa oltre ogni limite... per beneficenza
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Impresa oltre ogni limite per beneficenza. L'ha portata a termine il lentatese Simone Traversa, rimanendo in sella alla bici per 24 ore e percorrendo su e giù la salita Nesso-Sormano.

Ennesima impresa oltre ogni limite, ma sempre con il sorriso

L’anno scorso aveva percorso per undici volte la salita di Nesso-Sormano, fino a raggiungere quota 8.848 metri, il dislivello dell’Everest. Quest’anno si è superato, ripetendo l’ennesimo tratto fino a tagliare il traguardo dei 10mila metri e con una difficoltà in più: 24 ore in sella alla bici, giorno e notte. Ma sempre con entusiasmo e positività, nonostante la fatica, mettendo in pratica l’insegnamento del cugino Michelangelo Barcella, morto giovanissimo a causa di un tumore, che ripeteva sempre: «Le montagne si scalano con il sorriso». Sempre a lui il 44enne lentatese, assicuratore di professione e ciclista per passione, ha dedicato la sua ennesima impresa: così come l’anno scorso era riuscito a concludere con successo la sua «Everesting benefica», quest’anno ha portato a compimento anche la «Hells 500», salendo ancora di un gradino e ottenendo un nuovo brevetto a livello mondiale.

Everesting per raccogliere fondi

Si sta ormai diffondendo la moda di queste incredibili sfide, prove estreme di resistenza dal punto di vista fisico, definite proprio «Everesting», che permettono a chi riesce a portarle a termine di registrarsi su un apposito sito e di ottenere l’omologazione. E Traversa è già riuscito a mettere due spunte, anche se la soddisfazione per essere arrivato alla fine si unisce alla gioia di aver condiviso con famigliari, amici e sostenitori un’esperienza emozionante, unica e con un risvolto benefico. Quest’anno, infatti, l’impresa di Traversa ha permesso di raccogliere fondi per «aiutare Martina a sorridere», ovvero a favore di una 12enne di Monte Marenzo, in provincia di Lecco, affetta da una rara malattia. «Al di là della gioia per avercela fatta, è impagabile l’emozione provata nel vedere in cima Martina con la sua mamma, Valentina, oltre ad altri miei sostenitori che hanno percorso alcuni tratti con me», commenta Traversa, che ha condiviso la soddisfazione con un suo amico ciclista, Gottardo Tagliabue: «Mi ha accompagnato per provare, quasi per gioco, e alla fine ce l’ha fatta anche lui ad arrivare alla fine, è stato bello, la fatica e la bicicletta mettono tutti alla pari». E anche il fatto di pedalare di notte, «è stato affascinante». Ammette che «a un certo punto ho creduto di non farcela, pensavo di mollare, ma poi ho pensato a tutte le persone che credevano in me e sono andato avanti». E alla fine ce l’ha fatta. Ma archiviato un successo, Traversa non si ferma di certo qui e sta già pensando alla prossima impresa.

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