L'ingegnere assolto con formula piena

Il besanese Donato Sangalli era finito a processo per l’impianto natatorio di Cologno al Serio

L'ingegnere assolto con formula piena
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«Sono stato accusato di un reato che non avevo neanche lontanamente commesso. Quello che ho passato, lo so solo io... E se oggi sono qui, se sono riuscito a ricominciare, è grazie alla mia famiglia e a chi non ha mai dubitato di me».
Sorride l’ingegnere besanese Donato Sangalli, ma i suoi occhi tradiscono l’emozione. Lunedì scorso il giudice del Tribunale di Bergamo Pietro Longobardi lo ha assolto con formula piena dall’accusa di truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche perchè «il fatto non sussiste». Non c’è stata alcuna truffa quindi.

La vicenda

La vicenda giudiziaria inizia nel 2014 e riguarda il centro natatorio di Cologno al Serio, nella Bergamasca, aperto in parte, esclusa l’area wellness, per una manciata di mesi e chiuso definitivamente nel 2013. Sangalli nel 2004 vinse con la sua società, specializzata nel settore dell’impiantistica, la gara per la progettazione e realizzazione delle piscine. «Era un’opportunità di lavoro interessante, strettamente legata alle esperienze già fatte in passato con altri tre centri analoghi».
Cinzio Boscolo di Collegno (Torino) avrebbe dovuto gestirle mentre Lisa Teresa Violante di Monza era il direttore dei lavori. Tutti e tre sono finiti alla sbarra e tutti e tre sono stati assolti in primo grado. Respinta anche la richiesta di risarcimento in solido, in caso di condanna, di 8,9 milioni di euro, con provvisionale di 4 milioni partita dall’avvocato di parte civile che assiste il Comune di Cologno.
Secondo la tesi dell’accusa, l’associazione temporanea d’impresa «On Sport», della quale il besanese era socio, ottenne un finanziamento dal Credito Sportivo per 8,7 milioni (8,2 incassati) a fronte di stati di avanzamento lavori (Sal) falsi o gonfiati. Tesi che l’avvocato di Sangalli - «è stato per me una spalla sulla quale appoggiarmi e un confessore», assicura il besanese - ha smontato pezzo per pezzo, convincendo il giudice.
«Mi sono ritrovato da una parte con diverse centinaia di migliaia di euro di credito da incassare, tra fatture non pagate e lavori eseguiti ma non ancora fatturati; dall’altra accusato di truffa ai danni dello Stato. Ciò che mi veniva contestato non stava in piedi, lo abbiamo dimostrato con prove tangibili e testimonianze».
A partire dall’attrezzatura, bollata come mancante dalla struttura quando «invece era nei magazzini del Comune di Cologno».

"Grazie a chi ha avuto fiducia in me"

«Ho affrontato un percorso tortuoso e costoso - ha continuato Sangalli - Mi dispiace poi per le tante persone danneggiate. Persone con le quali lavoravo, professionisti che non sono stati pagati».
L’ingegnere in questi anni non ha mai mollato «grazie a chi ha continuato ad avere fiducia in me. Altri non hanno avuto la mia stessa fortuna...». La sua società, la Sangalli Impianti, è ripartita con nuovi soci, tra i quali alcuni dipendenti.
«Operiamo in Italia e all’estero. L’attività sta andando bene».
Ingegnere, si aspettava un epilogo positivo?
«Non sono mai mancato a un’udienza - ha risposto - Non è stato sempre semplice ascoltare quanto è stato detto. Lunedì sono entrato in aula certo della mia innocenza, ma sicuro dell’assoluzione no. Del resto come si può essere certi dell’esito di un processo? Oggi, finalmente, posso dire di essere felice»

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