Mattarella a Monza: la studentessa ricorda la visita in una lettera

Carlotta Sandrinelli ha riassunto le emozioni della visita del presidente della Repubblica al San Gerardo di Monza.

Mattarella a Monza: la studentessa ricorda la visita in una lettera
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Sergio Mattarella a Monza: la studentessa ricorda la visita in una lettera. Carlotta Sandrinelli, del liceo Parini di Barzanò, riassume le emozioni e le sensazioni vissute lo scorso 20 settembre.

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Sono tante le emozioni suscitate dalla visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’ospedale San Gerardo di Monza. Carlotta Sandrinelli, studentessa meratese iscritta al liceo Parini di Barzanò, ha voluto riassumere le sensazioni di questo momento storico in una lettera aperta. Dal titolo “Caro presidente…”.

Sergio Mattarella a Monza: la studentessa ricorda la visita in una lettera

Ecco il testo integrale della lettera.

“Giovedì 20 Settembre il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha scelto di venire a visitare l’Ospedale San Gerardo di Monza e, in forma privata, il Comitato Maria Letizia Verga per lo studio e la cura della leucemia nel bambino.
È stato il coronamento dei sogni di una vita. Gli occhi di noi ragazzi erano tutti non per l’illustre Presidente, ma per il nostro Capitano, Giovanni Verga, il quale commosso viveva il riconoscimento da parte della massima autorità dello Stato di una vita di sforzi e sacrifici in onore della sua amata bambina.
Ad assistere all’evento, oltre ai noi ragazzi e ai nostri genitori, c’erano anche i veri supereroi, medici, infermieri e ricercatori che ogni giorno lottano in prima linea conto la malattia.
Nei giorni precedenti, è stato chiesto a noi giovani di preparare dei doni riguardanti la nostra esperienza. Durante la cerimonia, infatti, abbiamo consegnato personalmente il nostro pensiero al Presidente, il quale era compiaciuto del nostro impegno e la nostra dedizione.
In conclusione si è complimentato del Centro, eccellenza a livello mondiale, e dei suoi lavoratori, sempre pronti per salvare un bambino in più”

Carlotta Sandrinelli, classe III, Liceo Parini Barzan

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