Pediatra con troppi pazienti | La replica dell'Agenzia di Tutela della Salute

In merito alla vicenda che abbiamo raccontato sul giornale di questa settimana, l'Ats ha previsto alcuni interventi.

Pediatra con troppi pazienti | La replica dell'Agenzia di Tutela della Salute
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Pediatra con troppi pazienti | La replica dell'Agenzia di Tutela della Salute. In merito alla vicenda che abbiamo raccontato sul giornale di questa settimana, l'Ats ha previsto alcuni interventi.

Pediatra oberata di lavoro

La pediatra Mariateresa Odette Villa, amatissima da tutti per la sua professionalità, aveva chiesto a gran voce che nel quartiere di Cederna arrivasse un secondo dottore, in modo da poter dividere più equamente i tantissimi pazienti che cura. E per aiutarla si era venuta a creare una vera e propria mobilitazione popolare. A poche ore dalla notizia, i vertici dell'Agenzia di Tutela della Salute hanno inviato una nota ufficiale chiarendo in che modo interverranno per risolvere la situazione.

Due le azioni previste

La situazione di difficoltà della dottoressa non ci era nota fino all’arrivo della segnalazione, in quanto le assegnazioni di pazienti vengono effettuate direttamente dall’ASST. Nessun livello di allarme ci era stato fatto presente. Abbiamo comunque già incontrato la dottoressa ieri mattina per capire le ragioni delle difficoltà attuali ben rappresentate peraltro dalla lettera inviata. Effettivamente il carico di lavoro è alto e per questo provvederemo a porre in essere queste azioni, come già comunicato alla dottoressa: Pubblicheremo un ambito carente straordinario nella prima data utile (novembre) per individuare un pediatra che opererà nella città di Monza e in particolare nel quartiere. Nel frattempo (visto che per acquisire un nuovo pediatra è necessario un lasso temporale non immediato) segnaliamo ad ASST di iscrivere i pazienti a termine con altri pediatri valutando congiuntamente eventuali eccezionali situazioni di impossibilità al trasporto con conseguente scelta del pediatra operante a Cederna (domanda di scelta in deroga che prevede il consenso preliminare del pediatra, arrivando anche a segnalare agli ultimi iscritti l’impossibilità nell’essere seguiti da questo pediatra e la necessità di una nuova scelta.

In tre anni da 0 a oltre mille assistiti

Quando la pediatra Maria Teresa Odette Villa ha aperto il suo ambulatorio di Cederna, non aveva nemmeno un assistito. Ma nel giro di tre anni, dal mese di giugno del 2015 a oggi, il numero dei piccoli pazienti ha continuato a crescere. Fin troppo, visto che ora conta ben 1135 bimbi (il dato è aggiornato a, ieri, lunedì 29 ottobre). Tantissimi se si tiene conto che il tetto massimo dovrebbe essere di 800 pazienti, vale a dire i cosiddetti pazienti «a tempo indeterminato», con età fino ai 14 anni. Ma il condizionale è d’obbligo. Sì, perché agli iscritti a tempo indeterminato si devono aggiungere i «numeri virtuali», quelli, cioè, assegnati in modo provvisorio al medico curante. E per questi pazienti non esiste un massimale. Succede, allora, che i pazienti virtuali (che hanno diritto all'assistenza sanitaria per permesso di soggiorno o per residenze provvisorie) rientrano nel totale degli assistiti, aumentando enormemente il carico di lavoro della pediatra, e, contestualmente, provocando qualche disagio tra gli utenti.

"Per me l'importante è dare assistenza ai bimbi"

La situazione, come si diceva, affonda le radici nel 2015. In quell'anno, infatti, un caso di scabbia aveva provocato una sorta di psicosi tra i genitori del quartiere di Cederna. E proprio per calmare gli animi, si era indetto un bando per cercare un pediatra che riuscisse a dare risposte al quartiere. Il precedente dottore aveva infatti lasciato la zona scoperta. «Ho vinto il bando pur sapendo che la situazione non sarebbe stata molto semplice - ha continuato - Ma per me l’importante è dare assistenza ai bambini. E allora mi sono impegnata. Lo studio, nelle prime settimane era vuoto. Questo perché tutti i bimbi erano coperti con altri pediatri in città. Alcuni dovevano andare in autobus con i propri figli malati per raggiungere lo specialista. Poi c'è stato il passaparola. E qualche famiglia, per motivi che credo siano logistici, ha lasciato i pediatri precedenti entrando nella mia lista. Fino ad arrivare a oggi, con numeri che sono davvero impressionanti. Con questi numeri, però, diventa difficile garantire il servizio. A volte, infatti, resto in studio fino alle 21.30. E poi ci sono i disagi vissuti dalle famiglie: prendere la linea telefonica con il mio studio è complicatissimo, il telefono è spesso occupato, e mi trovo persone con i propri figli che arrivano direttamente nello studio. E io non posso tirarmi indietro».

Una vera e propria mobilitazione

Il tam tam per sostenere la dottoressa Villa era scattato incessante anche sul web grazie alla mobilitazione popolare anche sulle piazze virtuali dei social network. Come detto, la pediatra è arrivata ormai quasi al collasso di pazienti ed ecco allora che i genitori più affezionati hanno cercato di fatto di darle una mano. Il passaparola è stato lanciato nei giorni scorsi. L’idea è stata quindi quella di una petizione o di un esposto all’Ats da Cederna a Sant'Albino. «Riteniamo sia un problema che coinvolga l’intera comunità - avevano spiegato i promotori dell’iniziativa - Se l’Ats infatti non cambierà il sistema di presa in carico dei pazienti, altri pediatri potrebbero venire a trovarsi nella stessa situazione della dottoressa Villa».

Una lettera inviata al sindaco di Monza e ai vertici di Ats e Regione Lombardia

Sono talmente affezionati a lei - e alla sua impareggiabile capacità di curare i bimbi - che le mamme e i papà del quartiere, venendo a conoscenza delle difficoltà in cui versa la pediatra Villa, non hanno esitato ad agire e, carta e penna alla mano, scrivere una missiva da inviare al sindaco Dario Allevi, al Direttore generale dell’Ats Massimo Giupponi, all’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, all’assessore regionale alle Politiche per la famiglia e a Carlo Maria Teruzzi, presidente dell’Ordine dei Medici di Monza e Brianza. Un appello accorato, dunque, oltre alla petizione, affinché dalle istituzioni giunga un aiuto concreto che possa sollevare la dottoressa dal lavoro extra. Un aiuto che, vista la nota diffusa dall'Ats, potrebbe davvero arrivare.

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