Presentata la pietra d'inciampo in memoria di Agostoni FOTO

Oggi, domenica 19 gennaio 2020, la cerimonia a Brugherio.

Presentata la pietra d'inciampo in memoria di Agostoni FOTO
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Presentata la pietra d’inciampo dedicata al deportato Giulio Agostoni, che rimarrà in Comune per i prossimi due mesi prima di essere posata definitivamente.

Presentata la pietra d’inciampo per Agostoni

Oggi, domenica 19 gennaio 2020, in via Galvani a Brugherio è stata presentata la pietra d’inciampo in memoria di Giulio Agostoni. La città ha reso omaggio a un martire della Resistenza che pagò il prezzo più alto per essersi opposto pacificamente al regime nazifascista. Agostoni, originario di Cascina Guzzina, nacque il 15 ottobre 1905 a Brugherio. Coniugato con Ines Oggioni, dal 1939 era impiegato alla Falck-Unione di Sesto San Giovanni come operaio. In seguito agli scioperi dei primi di marzo del 1944, nella notte tra il 27 e il 28 di quello stesso mese fu arrestato insieme ad altri colleghi di Cologno e Brugherio. Trasferito prima al carcere di Monza, poi a Milano San Vittore e da lì a Bergamo, fu deportato a Mauthausen (dove gli venne marchiata a fuoco sulla pelle la matricola 61545) e poi inviato al sottocampo di Gusen, dove fu ucciso durante il massacro del 22 aprile 1945 dai suoi carcerieri in fuga dalle truppe alleate.

La cerimonia

Presenti in via Galvani il sindaco Marco Troiano e altri esponenti dell’Amministrazione comunale, insieme al nipote Valentino Agostoni e alla nuora Maria Milici. In prima fila c’erano anche rappresentanti di Anpi, Aned e del Comitato per le pietre d’inciampo di Monza e Brianza con il presidente Milena Bracesco. In accordo con il Comitato è stato deciso che questa pietra d’inciampo resterà in Comune per i prossimi due-tre mesi e gli studenti, guidati dall’Anpi, potranno vederla per approfondire temi storici e sociali. Presumibilmente il 25 Aprile, la pietra sarà poi effettivamente posata nel nuovo parco della memoria. “E’ un segno e un messaggio di conoscenza anche per i deportati che non hanno potuto avere un funerale – ha detto il sindaco – E’ nostro dovere ricordare tutti i deportati nei lager, i combattenti e i resistenti che, con il sostegno della popolazione, hanno liberato il nostro Paese dal nazifascismo lottando per la democrazia”.

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