Spaccio nel Parco delle Groane: cani e api per vivere il bosco

Spuntano le ipotesi di un centro per l’addestramento di unità cinofile e di arnie per l’apicoltura.

Spaccio nel Parco delle Groane: cani e api per vivere il bosco
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Cani e api nel Parco delle Groane per dichiarare guerra allo spaccio. Sono alcune delle ipotesi al vaglio dei sindaci della zona.

Cani e api nel Parco delle Groane per contrastare lo spaccio

Più controlli e repressione, ma anche prevenzione con progetti che rendano più vivo e frequentato il polmone verde delle Groane. Sono queste le direttrici su cui i sindaci lavorano per contrastare la presenza di spacciatori e tossicodipendenti nel Parco delle Groane.
Nei giorni scorsi il sindaco di Cesano Maderno, Maurilio Longhin, e l’assessore alla Sicurezza, Salvatore Ferro, hanno partecipato con l’assessore alla Sicurezza di Ceriano Laghetto, Antonio Magnani, al sopralluogo congiunto nel Parco delle Groane per affrontare il tema della vivibilità in sicurezza nel bosco diventato abituale luogo di spaccio e consumo di droga. Presenti anche il presidente del Parco, Roberto Della Rovere, il capitano della Compagnia dei Carabinieri di Desio, Mansueto Cosentino, e i comandanti delle stazioni dei Carabinieri di Cesano e Solaro. Con loro la Polizia locale di Cesano, di Ceriano e di Solaro e la Polizia del Parco.

Intervervento straordinario di sfalcio

Durante l’incontro è emersa la necessità di operare uno sfalcio straordinario della vegetazione lungo la linea ferroviaria, in modo da rendere più visibile l’area, in particolare nei pressi della stazione, dove si ritrovano maggiormente i tossicodipendenti.
"Dal prossimo anno - spiega il presidente Della Rovere - si pensa di affidare la manutenzione ai privati, assegnando lotti di terreno per il recupero di legna dal taglio degli alberi ammalorati. A fronte di questo si chiederà al concessionario di tenere curato il proprio lotto".
Oltre a questo sfalcio straordinario, che verrà effettuato a breve, sono state fatte delle proposte messe sul piatto nel vertice che si è svolto due giorni dopo a Monza con il prefetto Giovanni Vilasi. "E’ giusto continuare e potenziare i controlli nell’area, sui treni e presso la stazione, su cui viaggiano e da dove arrivano i clienti degli spacciatori - ha sottolineato l’assessore Ferro - Ma oltre alla repressione ci vuole anche la prevenzione. Dobbiamo lavorare perchè i cittadini si riapproprino dell’area: più il parco sarà frequentato, meno spazio di azione avranno spacciatori e tossici".

Un centro per l'addestramento di unità cinofile

Su queste premesse si inserisce la proposta avanzata da Cesano Maderno di insediare un centro per l’addestramento di unità cinofile utilizzate dai gruppi Alpini in situazione di emergenza. E’ stato inoltre proposto di dedicare aree dove mettere arnie per l’apicoltura. Realtà che garantirebbero una maggiore circolazione di persone e quindi un maggior presidio del parco. I progetti ci sono già, così come sono già stati individuati i soggetti che possano avviare queste attività, ora manca solo il nulla osta da parte dell’ente Parco. Ma se da una parte per l’eventuale presenza di apicoltori non ci sarebbero problemi, dall’altra ci sono vincoli per il centro di addestramento cani.
"L’area del Parco proposta ricade nel perimetro del Sito di interesse comunitario su cui vigono vincoli strettissimi - spiega il presidente Della Rovere - Stiamo studiando la proposta: si potrebbe comunque realizzare una sede del centro di addestramento nell’ex Polveriera e definire percorsi obbligatori di allenamento che attraversino l’area del parco frequentata dai tossicodipendenti: in questo modo si raggiungerebbe il risultato di creare più movimento e monitoraggio".

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