Epatite A: nuovi casi in un asilo in Lombardia

E' successo a Saronno: nell'ultimo mese tre bambini colpiti.

Epatite A: nuovi casi in un asilo in Lombardia
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Epatite A: nuovi casi in un asilo in Lombardia. E' successo a Saronno.

Epatite A: nuovi casi in un asilo in Lombardia

C'è preoccupazione a Saronno per tre casi di Epatite A che si sono verificati in una scuola per l’infanzia. L'allarme era scattato a metà dicembre per un primo caso nella scuola Collodi di via Toti. Ma dopo le feste natalizie l'allarme non è rientrato: ci sono altri due casi diagnosticati recentemente.

Come riporta Settegiorni.it il primo caso di Epatite A, lo scorso mese, aveva fatto scattare tutte le procedure previste dalla prassi. L’Ats (Agenzia di tutela della salute) Insubria aveva infatti da subito diramato una circolare a tutte le famiglie dei bambini iscritti alla materna, elencando tutte le informazioni e spiegando le misure utili per prevenire il contagio. Poi è partita la compagna di vaccinazione non obbligatoria.

Ma adesso ad aumentare la preoccupazione dei genitori ci sono altri due casi, diagnosticati recentemente. Le famiglie della scuola coinvolta incontreranno lunedì un medico dell’Ats, che li rassicurerà fornendo tutte le informazioni necessarie.

A ottobre epatite in una scuola Lecchese

Non è la prima volta che si verificano casi di Epatite A nelle scuole. Nell'ottobre scorso si era segnalato un caso in una scuola di  via Giovenzana a Casatenovo, nel lecchese. A contrarre la patologia, in quel caso, era stata una bambina iscritta alla scuola primaria.

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Quali sono le cause dell’epatite A

L’epatite A è una malattia acuta del fegato causata dal virus HAV. Nella maggior parte dei casi la malattia è dovuta al mancato rispetto di norme igieniche, con conseguente contaminazione fecale di cibi ed acqua: tra i possibili agenti patogeni contenuti nelle feci c’è infatti anche il virus HAV, responsabile di questa epatite.
Le cause più comuni di trasmissione sono quindi:

  • scarsa igiene personale delle persone coinvolte nella preparazione di cibi e pasti;
  • mangiare pesce crudo o poco cotto proveniente da acque inquinate da scolo fognario;
  • non lavarsi le mani dopo aver cambiato un pannolino e portarle inavvertitamente alla bocca;

Quali sono i sintomi

Il sintomo più frequente è l’astenia, cioè debolezza. Altri sintomi riferiti abitualmente sono: febbre, perdita di appetito, nausea, fatica, mal di testa, dolore muscolare, dolore addominale e ittero (cioè la comparsa di un colorito giallastro della cute e delle sclere oculari). I sintomi di solito spariscono spontaneamente in 2 mesi. Da notare che i bambini possono essere del tutto asintomatici. In genere la comparsa della malattia avviene in un periodo di tempo compreso tra le 2 e le 7 settimane dopo il contagio e la sintomatologia di solito è lieve.

Come viene trattata

Di solito non si utilizzano medicinali per trattare l’epatite A in quanto, normalmente, i sintomi sono lievi e il sistema immunitario sconfigge il virus senza che vi sia bisogno di ricorrere a farmaci. A volte può comparire un leggero prurito diffuso su tutta la cute, che può però essere controllato con farmaci ad azione locale.

Le persone infette dall’epatite A dovrebbero però avere l’accortezza di ridurre l’attività quotidiana ed evitare sforzi fisici sia di tipo sportivo che lavorativo. Inoltre è opportuno seguire una dieta bilanciata abbondante di liquidi.

Va inoltre ricordato che durante l’epatite il fegato, in stato di sofferenza, non riesce a svolgere le sue funzioni in maniera ottimale pertanto potrebbe verificarsi una difficoltà a metabolizzare i farmaci, magari utili per il trattamento di altre patologie preesistenti.

Inoltre l’assunzione di alcol diminuisce ulteriormente la funzionalità epatica. Pertanto se hai l’epatite A dovresti evitare alcol e l’assunzione di farmaci (anche rimedi erboristici) senza l’autorizzazione del medico.

Non solo Epatite

Recentemente, a novembre, in Brianza c'era invece stata anche un'allerta per scabbia. Una bambina di otto anni al secondo anno della scuola primaria «Gianni Rodari» di Cesano aveva contratto la malattia. L’Ats anche in quel caso aveva attivato gli interventi idonei come da protocollo sanitario.

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