La pecora intrappolata nel fango non ce l'ha fatta

«Presenteremo denuncia per abbandono di animale. Non è possibile che dopo anni siamo ancora qui che lottiamo contro gli stessi episodi», ha spiegato il presidente di Enpa Monza Giorgio Riva.

La pecora intrappolata nel fango non ce l'ha fatta
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La pecora intrappolata nel fango non ce l'ha fatta. Era ferita e sofferente, completamente intrappolata nel fango da almeno un giorno. Ma nella notte tra sabato e domenica scorsa è deceduta.

La pecora intrappolata

Era ferita e sofferente, completamente intrappolata nel fango. Una pecora è stata trovata in gravi condizioni in un campo di San Damiano. Grazie all’intervento tempestivo dei Vigili del fuoco di Monza è stata salvata. Ma purtroppo è deceduta al rifugio Enpa. Troppo gravi le ferite, forse inferte da un altro animale o causate da una recinzione. Per fare chiarezza (non è escluso nemmeno potesse essere già malata), è stata disposta l’autopsia. Perché se invece fosse affetta da un male, sarà necessaria una verifica dello stato di altri erbivori che potrebbero essere entrati in contatto con lei.

Il salvataggio

Era circa mezzogiorno, venerdì, quando i Vigili del fuoco di Monza hanno raggiunto via Rosmini dopo la segnalazione di alcuni passanti che hanno notato l’animale in difficoltà. In un campo, reso impraticabile dalla pioggia di questi ultimi giorni, una pecora era rimasta intrappolata fino al collo nel fango e non riusciva più a muoversi. Sul posto sono arrivati immediatamente gli agenti della Polizia locale, l’Ats e i pompieri che hanno liberato l’animale.

La denuncia

«Presenteremo sicuramente denuncia per abbandono di animale. Non è possibile che dopo anni siamo ancora qui che lottiamo contro gli stessi episodi», ha spiegato rammaricato il presidente di Enpa Monza e Brianza Giorgio Riva. «Purtroppo l'animale è stato trovato in uno stato di grave ipotermia subentrato dopo aver trascorso tutto quel tempo intrappolato sotto l'acqua». Probabilmente l’animale ha trascorso una giornata intera in quelle condizioni, senza che nessuno se ne preoccupasse.  «Quel che è certo è che questi episodi si verificano sempre nella stessa zona - e la responsabilità, probabilmente, è sempre delle stesse persone. Non è più tollerabile».

 

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