Mafia in Lombardia ecco la situazione in Brianza

Secondo la ricerca presentata in Regione ieri la presenza delle organizzazioni mafiose in Brianza è ancora alta.

Mafia in Lombardia ecco la situazione in Brianza
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Mafia in Lombardia: ecco la situazione in Brianza. Ieri in Regione il pomeriggio è stato dedicato al ricordo delle vittime dell’attentato di via D’Amelio, in cui persero la vita Paolo Borsellino (in foto) e la sua scorta, e alla presentazione di una ricerca sulle infiltrazioni mafiose in Lombardia. Una ricerca che dimostra che la presenza delle organizzazioni mafiose nel nostro territorio è ancora alta.

Mafia in Lombardia

“Non soltanto un omaggio alla memoria, ma un ricordo che vuole essere aperto alla continuità con il lavoro svolto dai magistrati “ ha detto la Presidente della Commissione Speciale Antimafia del Consiglio regionale, Monica Forte. “Infatti un momento cruciale di questa iniziativa è la presentazione della ricerca realizzata dall’Osservatorio sulla criminalità organizzata- Cross, dell’Università degli Studi di Milano. Lo studio, finora inedito  – ha spiegato Forte – contiene un focus molto preciso sulla situazione, il primo a carattere sistematico, ed è nostra intenzione presentarlo nei prossimi tempi in tutte le Province”.

I commenti

“Il Consiglio ha, sin dalla scorsa legislatura, un interesse molto forte al tema della difesa della legalità – ha detto Carlo Borghetti, Vice Presidente del Consiglio regionale, ricordando il lavoro svolto negli scorsi anni dalla Commissione Antimafia – “Un grande lavoro contro un nemico strisciante che deve essere stanato e vinto,  anche creando informazione e consapevolezza, a partire dalla educazione e dalla formazione dei giovani”.

“Dobbiamo contrastare ogni infiltrazione con tutta la nostra determinazione e fare che la coscienza del valore della legalità si diffonda in maniera pervasiva” ha affermato  il Presidente della Regione Attilio Fontana, nel suo saluto introduttivo.

Nando dalla Chiesa

Nando Dalla Chiesa, Direttore di Cross, illustrando il report, ha spiegato che questa prima parte si concentra sulla presenza territoriale della mafia in Lombardia, mentre una seconda parte è già allo studio e  farà il punto sugli “affari” della criminalità nella nostra regione, con riferimento anche alle organizzazioni straniere. Questa tranche della ricerca sarà pronta per la fine dell’anno, ha detto Dalla Chiesa.

All’iniziativa, di fronte ad un vasto pubblico, composto anche di molti ragazzi,  hanno partecipato  il Procuratore Aggiunto a capo della Direzione Distrettuale Antimafia Alessandra Dolci e i ricercatori di Cross Filomena De Matteis e  Samuele Motta.

La storia delle organizzazioni mafiose in Lombarda

La ricerca presentata (clicca qui per leggere la versione integrale), parte analizzando la storia delle organizzazioni mafiose nella nostra regione. “In generale possiamo datare la presenza mafiosa nella regione dalla metà degli anni Cinquanta ” spiegano i ricercatori. ” Fu in quel periodo che giunsero in Lombardia due personaggi simbolici: Joe Adonis, grande boss di Cosa Nostra di origine avellinese, rispedito in Italia come indesiderato dagli Stati Uniti nel 1953 e poi sbarcato nel ’58 a Milano a dirigere per Cosa nostra i traffici di preziosi e stupefacenti con l’Europa; e Giacomo Zagari, allora modesto ‘ndranghetista giunto in provincia di Varese”.

 

La situazione oggi

Secondo la ricerca, ad oggi,in Lombardia le uniche province a basso rischio di presenza mafiosa sono quelle di Sondrio e Lodi. In una scala da uno a cinque, dove 5 è il livello più basso, la Brianza si posiziona insieme a Milano tra le aree a più alto rischio.

 

Gli investimenti della mafia

Sul totale degli investimenti delle Mafia nella nostra regione l'11% è destinato alla provincia di Monza.



Le minacce agli amministratori

Nel report si sottolinea poi il problema emergente di cui si è ufficialmente occupata la Commissione regionale antimafia, con il Comitato tecnico-scientifico che ne affianca l’attività, ovvero quello della minaccia delle libertà politiche. Al proposito, si legge nella relazione, “il questionario inviato dalla Commissione antimafia ai comuni lombardi per ottenere informazioni sulle possibili forme di intimidazione subite dai membri di assemblee elettive locali, benché non abbia avuto una risposta generalizzata, ha infatti segnalato diverse decine di casi di intimidazione di una certa attendibilità, il cui elenco non coincide fra l’altro con quello stilato nel proprio rapporto annuale sugli “Amministratori sotto tiro” da parte dell’associazione “Avviso Pubblico”; e nemmeno coincide con quello più informale risultante da denunce presentate alle autorità di polizia o rilevate dalle associazioni antimafia più accreditate. Sintomo di una difficoltà, quando non di un timore degli interessati, a “fare sapere”.

 

I beni confiscati

Da decenni la Lombardia rientra tra le regioni con il maggior numero di beni immobili sequestrati e confiscati. I beni presenti la rendono ad ottobre 2017 la quinta regione per numero di immobili confiscati. Ovvero  dopo la Sicilia, la Calabria, la Campania e la Puglia. Secondo i dati forniti da Open Re.G.I.O gli immobili sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, in Lombardia, in gestione all’ANBSC, ad ottobre 2017 ammontano a 1886. Di questi il 20% si trova in Brianza.

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