Tre ore per andare da Monza a Seregno. L'odissea di Rachele in treno verso casa

Ieri l'S11 delle 17.57 è stato fermo due ore. Lei è arrivata a casa alle 21. 

Tre ore per andare da Monza a Seregno. L'odissea di Rachele in treno verso casa
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(in foto il tabellone che mostra i ritardi nella giornata di ieri, lunedì. Foto dal gruppo Facebook Comitato Viaggiatori S9/S11 (Chiasso-Milano-Albairate)

Tre ore per andare da Monza a Seregno. L'odissea di Rachele in treno verso casa. Ieri l'S11 delle 17.57 è stato fermo due ore. Lei è arrivata a casa alle 21.

Tre ore per andare da Monza a Seregno

Ai disagi quotidiani oramai i pendolari si sono, purtroppo, assuefatti. Ma casi come quello di ieri sera vale la pena di raccontarli davvero. Perché dalla stazione di Monza alla stazione di Seregno (togliendo partenza e arrivo) ci sono due fermate, Lissone e Desio. Circa dodici minuti di treno.

Peccato che Rachele ieri sera, per rientrare a casa, abbia impiegato tre ore. Quando ha parcheggiato la macchina davanti alla sua abitazione (a Cabiate), esausta, ha scritto una lunga lettera che ha poi inviato a Trenord, all'Ufficio Stampa del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, all'Assessore Infrastrutture e Trasporto lombardo e a noi del GiornalediMonza.it 

Una vita da pendolare

Rachele, che lavora tra Milano e Monza, viaggia sempre in treno. Da 11 anni è una pendolare della linea Chiasso - Garibaldi. Ieri sera ha preso l'S11 delle 17.57 che nel frattempo aveva già accumulato 5 minuti di ritardo. "Cose che capitano quotidianamente" - ci ha spiegato al telefono.

Pochi minuti dopo la partenza il treno si è fermato e non ha più ripreso la corsa.

"Fortunatamente c'erano posti a sedere per tutti. Ma il treno è rimasto fermo per due ore tra le stazioni di Monza e Lissone, senza possibilità di discesa". "Il personale di bordo non ha dato avvisi sulla situazione se non dopo vari solleciti - prosegue Rachele nella lettera. O meglio, alle mie rimostranze, il macchinista ha sgarbatamente replicato sostenendo di aver fatto un annuncio poco prima: annuncio che però nella carrozza in cui ero non si è affatto udito, verosimilmente perché gli altoparlanti erano fuori servizio".

"Alle 19.00 (quindi a distanza di 55 minuti dall'arresto inspiegato del treno) il macchinista ci ha riferito che il convoglio che ci avrebbe soccorso era già partito da Seregno. Neanche a dirlo, non si è visto alcun treno per un'altra ora intera!"

Una situazione che, spiega Rachele, denota "con tutta evidenza l'assoluta incapacità della Società e del personale a gestire un'emergenza-guasto, incapacità che si palesa sia sotto il profilo tecnico (due ore per far ripartire un treno, sigh!) che dal punto di vista organizzativo e informativo".

"Per non parlare - prosegue Rachele - del fatto che quando finalmente siamo stati agganciati da un altro treno, l'impatto è stato imprevisto e violento: alcuni pendolari, alzatisi in piedi nell'attesa, hanno rischiato di cadere. Anche in questo frangente sarebbe stata cosa gradita che il personale di bordo facesse un annuncio per avvertire dell'imminente "attracco", invitando i passeggeri a sedere".

"Abbandonati a noi stessi"

Arrivati a Lissone alle 20 passate oramai da un pezzo, prosegue la nostra lettrice, "nessuno ha indirizzato i passeggeri verso il primo treno utile, ci siamo dovuti arrangiare con l'App e il passaparola. E' evidente  - conclude Rachele - che il ripetersi sempre più frequente di simili disagi comporta una serie di effetti collaterali nelle vite di tutti i giorni dei passeggeri delle linee Trenord, non ultimo il dover costantemente anticipare il treno da prendere, onde evitare sgraditi ritardi al lavoro o ad altri appuntamenti".

Beffata dal biglietto integrato

In tutto questo la beffa. Oltre a subire quotidianamente ritardi, con il nuovo sistema del biglietto integrato la nostra lettrice, si è vista aumentare l'abbonamento che è passato da 40 euro mensili a 77 euro. Ma quel che più rattrista è il totale menefreghismo del personale di bordo: "Se avessero un minimo di amor proprio dovrebbero, loro per primi, far rimostranze ai superiori. Perché a causa della mala gestio generale sono i primi a essere "maltrattati" .

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