"Tiro Libero" un film per sconfiggere il bullismo

La pellicola verrà proiettata il prossimo primo febbraio al "Teatro Nuovo" ad Arcore

"Tiro Libero" un film per sconfiggere il bullismo
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Si scrive "Tiro Libero", si legge un bellissimo film che parla della parabola di un ragazzo viziato e arrogante che dopo una diagnosi infausta e la possibilità di lavorare con i disabili, scopre nuovi valori e un rapporto genuino con Dio.

La pellicola, uscita nelle sale nel settembre scorso, verrà proiettata giovedì primo febbraio al "Teatro Nuovo" di via San Gregorio ad Arcore (ore 15 e ore 21. Per info www.cinemanuovoarcore.it)

Un film con tanti "attori istituzionali"

Questa mattina, martedì, le amministrazioni comunali di Arcore e Sulbiate, nel municipio arcorese, hanno presentato il progetto.

Una problematica forte che tocca diversi aspetti: dal bullismo al cyberbullismo, fino alla malattina e alla rinascita.

Alla conferenza stampa, oltre agli assessori arcoresi Paola Palma e Valentina Del Campo e alla collega sulbiatese Valery Bertolini, erano presenti anche la professoressa di Lettere Nardelli della scuola media di Arcore, Gianni Spinelli, direttore del Teatro Nuovo di Arcore, Angelo Vailati, rappresentante del team Sharks di Monza, accompagnato per l'occasione da Simone Bettineschi, un suo giocatore e dai suoi genitori.

Non poteva mancare Fabio Parolini, coordinatore del progetto che ha ottenuto il placet delle due amministrazioni comunali e delle scuole medie dei due paesi, che daranno la possibilità di vedere il film ai propri studenti proprio la mattina del primo febbraio.

La trama

"Tiro Libero" è un film di Alessandro Valori, ispirato a una storia vera sul processo di maturazione e consapevolezza, all’insegna anche della fede, di un giovane che trasforma una disgrazia in un’opportunità di riscatto.

Nelle vesti di produttore e protagonista Simone Riccioni, un volto noto della pubblicità e che ha interpretato anche Universitari - Molto più che amici, di Federico Moccia e Come saltano i pesci, sempre di Valori.

Lo affiancano nei panni dei genitori Nancy Brilli e Antonio Catania.

Il protagonista è un ragazzo abituato ad avere tutto che però...

Dario (Simone Riccioni) è un ragazzo abituato ad avere tutto quello che vuole: con le ragazze, da una famiglia agiata che lo vizia, nello sport dove è l’acclamato capitano della squadra locale di basket.

Ha un carattere arrogante e strafottente, non ha rispetto per nessuno,si lascia coinvolgere in risse, sfascia auto. E quando investe una ragazza in scooter non le presta neanche soccorso, anzi la deride.

Poi un giorno il suo mondo crolla: durante una partita cade a terra svenuto. Dagli accertamenti che gli vengono fatti in ospedale emerge che è affetto da distrofia muscolare, e che quindi è destinato a perdere l’uso delle gambe.

Senza il basket e con quella prospettiva si rinchiude in se stesso, senza avere la forza di reagire.

Le tematiche

I temi di fondo sono sicuramente belli e imporntati: il valore del volontariato cattolico, la superficialità di alcuni modelli di vita, la malattia come risorsa, il bisogno di essere amati.

Il pensiero di Parolini, coordinatore del progetto

"Viviamo in un mondo frenetico. Viviamo in una dimensione totalmente diversa da quella che è la vita. Dimentichiamo spesso il nostro IO nel cassetto; confondiamo il fare del bene a noi stessi con l’egoismo. Questo film, oltre ad avermi strappato lacrime (succede a chi vive: piangere senza mai vergognarsi perché versare lacrime non è roba da bambini ma è emozionarsi, avere un cuore, essere se stessi e amare coloro che tutti i giorni hai intorno) mi ha dato una lezione di vita; lezioni che fino ad oggi nessun formatore è mai riuscito a darmi. Mi ha portato in un mondo parallelo … in grado di vivere una dimensione differente perché quando sperimenti e tocchi con mano, tutto assume un sapore diverso, nuovo. Un ringraziamento va a tutto il Team di Persone che hanno contribuito alla buona riuscita di questo film, di questa storia raccontata davvero in modo eccellente e dettagliata. Non è semplice mettere insieme azioni ed emozioni in un film rendendolo accattivante e unico ma questa volta, è successo!Credo che le realtà in cui oggi viviamo (famiglia, società, paese, città, scuole, aziende, etc.) hanno un costante bisogno di essere ‘ristrutturate’ per garantire e dare l’opportunità alla persona, al singolo, all’individuo di [ri]appassionarsi; e di storie come queste, che diventano testimonianza di vita, ne esistono poche non perché siamo divisi tra chi sta bene ed è perfetto e chi sta male ed è sfigato ma perché mettere “in piazza” i propri problemi, le proprie difficoltà è sinonimo di paura dell’altro e del giudizio che le persone che compongono le nostre sfere possono avere nei nostri confronti. Il momento giusto per cambiare, è oggi. Non aspettare domani! Ama l’oggi e vivilo…".

Il trailer del film

Il grazie delle Amministrazioni comunali di Arcore e Sulbiate

"La soddisfazione più grande è quella di essere riusciti a creare una forte sinergia attorno al film e che ha visto coinvolte due amministrazioni comunali, gli istituti scolastici e anche la squadra degli Skarks Monza - hanno sottolineato gli amministratori comunali dei due comuni - Purtroppo spesso si parla di bullismo solo a livello teorico, mentre un film è molto più semplice per attirare i ragazzi e per far passare un messaggio positivo. Noi ci auguriamo una forte partecipazione durante la proiezione pomeridiana e serale del film.

La ciliegina sulla torta: gli Sharks Monza

A rendere ancora più coinvolgente la conferenza stampa di stamattina la presenza di Angelo Vailati, rappresentante del  team Sharks di Monza.

Per chi non li conoscesse ancora ecco la loro storia.

Il Wheelchair Hockey nasce nei primi anni ‘90 sotto la spinta del Gruppo Giovani della U.I.L.D.M. (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare).

Le prime squadre che si formano si ritrovano a fare tornei amichevoli per pubblicizzare il più possibile l’esistenza di questa disciplina sportiva per ragazzi disabili. Soltanto nel 1995 nasce la W.H.L. (Wheelchair Hockey League), dando quindi il via al primo campionato italiano.

Il Wheelchair Hockey è uno sport nato per permettere a ragazzi con patologie neuro-muscolari di praticare attività fisica.

Uno sport in carrozzina

Si gioca pertanto utilizzando carrozzine elettroniche e grazie ad altri accorgimenti, si perm, ette anche a chi versa in condizioni fisiche gravi di partecipare ed essere di fondamentale importanza per la propria squadra.

Dal 1995 ad oggi il Wheelchair Hockey si è evoluto in maniera esponenziale. Le squadre che ora partecipano al campionato nazionale sono 21, sparse su tutto il territorio della penisola, e aumentano anno dopo anno.

Il Campionato Nazionale è ora organizzato dalla F.I.W.H. (Federzione Italiana Wheelchair Hockey), affiliata al C.I.P. (Comitato Italiano Paralimpico). Anche a livello internazionale, l’Italia sta assumendo un ruolo di primaria importanza e nel 2004 sono stati organizzati i Campionati Europei a Roma, evento che ha dato molta visibilità a questa disciplina sportiva ancora poco conosciuta.

Gli Sharks Monza nascono nel 1992 e partecipano subito a diversi tornei tenuti nel Nord Italia. Questa squadra è una delle colonne portanti del Wheelchair Hockey, avendo partecipato a tutti i campionati finora disputati. Dopo aver ottenuto un quarto posto ed un terzo posto, nella stagione 1999/2000 gli Sharks dominano letteralmente il campionato e salgono sul tetto d’Italia, battendo in una splendida finale i rivali di sempre, il Dream Team Milano. Negli anni successivi, a causa del formarsi di nuove squadre in Lombardia, gli Sharks perdono elementi importanti della squadra, ma sono comunque capaci di mantenersi vivi e di continuare a partecipare al campionato.

Nel 2005 la squadra monzese si separa dalla U.I.L.D.M. di Monza (a cui era ancora legata) e si costituisce Associazione Sportiva, diventanto A.S. Sharks Monza Onlus. Questa sorta di “rinascita” della squadra ha restituito a giocatori e dirigenti una rinnovata voglia di fare bene e di ottenere risultati importanti, che da ormai troppo tempo mancano a Monza.

Con l’aiuto degli sponsor, dei volontari e degli amici che seguono la squadra, gli Sharks vorrebbero riuscire a trovare nuovi ragazzi desiderosi di partecipare a questo bellissimo movimento chiamato Wheelchair Hockey.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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