Accusa di lesioni i carabinieri. E intanto deruba un anziano

Il tunisino è stato sottoposto all'obbligo di firma

Accusa di lesioni i carabinieri. E intanto deruba un anziano
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Accusa di lesioni i carabinieri. E intanto deruba un anziano

E' di nuovo nei guai il tunisino che ha accusato due carabinieri della Compagnia di Monza di averlo brutalmente picchiato durante l’arresto. Il 33enne con una sfilza di precedenti alle spalle ha infatti pensato bene di tornare alle vecchie abitudini e derubare un anziano.

Il furto ai danni di un sessantenne

Il fatto si è verificato nel tardo pomeriggio di lunedì della scorsa settimana tra piazza Cambiaghi e via Colombo, in centro a Monza. Il 33enne, che era da poco tempo uscito dal carcere dove era detenuto per furto, ha rubato il tablet a un medico ultrasessantenne sottraendoglielo dallo zainetto. Solo che alla scena ha assistito una ragazza che si trovava a bordo di un’auto posteggiata e che non ha esitato a dare l’allarme suonando il clacson. E infatti il fidanzato della donna - che non appena lo ha visto lo ha subito riconosciuto visto che, ironia della sorte, qualche mese prima aveva tentato di introdursi in casa sua - ha iniziato a rincorrerlo riuscendo a raggiungerlo e a bloccarlo.

Tunisino fermato da un monzese

Ne è nata una colluttazione durante la quale l’inseguitore - che è un monzese di 31 anni - ha ricevuto pure un calcio piuttosto violento, sferrato dal tunisino che cercava in tutti i modi di divincolarsi. Il ladro a quel punto ha tentato di scavalcare una cancellata, ma è caduto, precipitando da un’altezza di un paio di metri. Sul posto sono arrivate, oltre a una volante della Polizia di Stato, anche due ambulanze che hanno portato entrambi in ospedale. Al tunisino - sottoposto poi all’obbligo di firma - i medici danno una prognosi di tre giorni. Peggio è andata al monzese che di giorni di prognosi ne ha presi invece sette.

Un carabiniere riabilitato, domani si decide per il secondo

Una notizia, quella dell’ennesimo reato compiuto dal tunisino, che arriva in concomitanza con la decisione del giudice di riabilitare uno dei due carabinieri accusati di violenze. Per sapere se anche il collega potrà tornare in servizio si dovrà invece aspettare domani, venerdì, giorno fissato per l’udienza.

L'arresto a ottobre nella Fossati Lamperti

La vicenda era iniziata a ottobre quando i due militari avevano rintracciato nell’area dismessa della ex Fossati Lamperti, il 33enne, reo di aver rapinato (reato poi derubricato a furto con strappo) un ragazzino di 13 anni dello smartphone (che poi aveva rivenduto la sera stessa per comprarsi la droga).
Dopo l’arresto, l’uomo era stato portato presso la caserma di via Volturno (dove era stato anche visitato dal personale medico di un’ambulanza chiamata dai carabinieri su richiesta dello stesso tunisino), poi in carcere, al Sanquirico.

Le accuse respinte dai due militari

Un arresto come tanti. O almeno così sembrava. Perché, qualche giorno dopo, davanti al pm il tunisino aveva puntato il dito contro i due carabinieri muovendo contro di loro accuse pesantissime. Aveva infatti affermato di essere stato aggredito e picchiato a suon di bastonate. Il tutto sotto la minaccia di una pistola.
E, sempre secondo quanto riferito al pm, le violenze sarebbero continuate anche nella cella di sicurezza della caserma. Da qui, erano partite le indagini a carico dei militari che, da parte loro, si sono sempre detti innocenti respingendo con fermezza ogni accusa.

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