Brianza: il settore metalmeccanico soffre ancora per la crisi

Il report della Cisl mostra un quadro a tinte fosche del comparto industriale

Brianza: il settore metalmeccanico soffre ancora per la crisi
Pubblicato:

Brianza: il settore metalmeccanico soffre ancora per la crisi

La ripresa c’è, ma stenta a decollare. Per lo meno nel settore metalmeccanico - uno dei più colpiti dalla recessione - dove tra contratti di solidarietà, cassa integrazione, mobilità e altro ancora, sono centinaia le imprese in difficoltà e migliaia i lavoratori che rischiano il posto.
A dirlo sono i dati del Rapporto semestrale dell’Osservatorio regionale della crisi e dell’occupazione messo a punto da Fim Cisl Lombardia. Una fotografia a tinte ancora piuttosto fosche e che non risparmia nessuna regione italiana, Lombardia in primis.

A soffrire è tutto il Paese

Complessivamente, in tutto il Paese, nel periodo oggetto di analisi, ovvero il primo semestre del 2018, sono state colpite dalla crisi 325 aziende, quando nel semestre precedente erano state 323. I lavoratori coinvolti sono stati 8.448 a fronte dei 9.201 del periodo precedente.
A incidere sulla già complessa situazione economica italiana, ci sono anche due macro fattori come il caso Ilva e le politiche commerciali protezionistiche introdotte negli Stati Uniti dal presidente Trump. Due elementi certo destabilizzanti, i cui effetti diretti e indiretti, soprattutto nel caso dei dazi, non tarderanno ad arrivare.

La situazione in Lombardia

In linea col trend generale, il settore metalmeccanico lombardo arranca. A pagare il prezzo più alto, sempre in riferimento al periodo oggetto di analisi, è il capoluogo, Milano, seguito al secondo posto (sia pure a distanza), dalla Provincia di Monza e Brianza.
«In assenza di efficaci politiche industriali, la ripresa dell'industria metalmeccanica lombarda stenta a decollare - ha fatto sapere la Cisl in una nota - Sono ancora 8.448 i lavoratori lombardi coinvolti da cassa integrazione, soprattutto straordinaria, e mobilità, nel primo semestre 2018».
Il report conferma la contrazione delle imprese coinvolte da situazioni di crisi. Il dato, infatti, è pressoché stabile a 324 imprese, mentre si riduce dell’8,18 per cento il numero dei lavoratori complessivamente coinvolti.
La cassa integrazione ordinaria nel primo semestre 2018 è calata del 6,5 per cento (passando da 6.847 lavoratori del semestre precedente agli attuali 6.402) e quella straordinaria del 39,21 per cento (che è passata da 1.961 a 1.190), mentre si impennano del 59 per cento le procedure di mobilità con un conseguente aumento del 118 per cento dei licenziamenti (che sono saliti dai precedenti 393 agli attuali 856).

Preoccupano caso Ilva e i dazi di Trump

«Se consideriamo il calo degli interventi di cigs in riferimento alla ripresa decisa della mobilità, possiamo dedurre che alcune imprese abbiano finito il periodo di utilizzo degli ammortizzatori sociali conservativi e si trovano, quindi, nelle condizioni di dover procedere a riduzioni del personale», ha osservato il segretario generale della Fim Cisl Lombardia, Andrea Donegà. «E’ evidente che sebbene si registri una conferma della riduzione del ricorso agli ammortizzatori, le aziende metalmeccaniche lombarde faticano ad agganciare la ripresa ed occorre quindi che a livello regionale e nazionale si ritorni a fare politica industriale - ha aggiunto -. Preoccupano, inoltre, le ripercussioni dello stallo della vertenza Ilva e dei dazi di Trump sul tessuto industriale lombardo».

Monza e Brianza la seconda Provincia più colpita

A livello territoriale le province più coinvolte nel semestre sono Milano (39,49 per cento) e la Brianza (19,63 per cento). Ci sono poi Varese (7,62 per cento) e Bergamo (7,03 per cento). Seguono Brescia e Cremona con il 6 per cento circa e poi gli altri territori con sospensioni minori. Queste aree vedono la sussistenza di insediamenti industriali importanti, sia nei comparti tradizionali che in quelli innovativi del settore metalmeccanico. Il tutto con una presenza cospicua sia di grandi imprese di livello nazionale e internazionale, mentre le imprese medie-piccole sono storicamente radicate in tutti i territori.

Seguici sui nostri canali
Necrologie