Il leader di Fratelli d'Italia "ricorda" la morte del dittatore Mussolini

Il referente del partito di Giorgia Meloni ha postato la frase shock: "Piovon fiori su piazzale Loreto" nella data dell'uccisione del duce

Il leader di Fratelli d'Italia "ricorda" la morte del dittatore Mussolini
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Se qualche giorno fa si sono celebrate le celebrazioni istituzionali per il 25 Aprile, a tre giorni di distanza qualcuno ancora vuole ricordare la morte di Benito Mussolini.  Una frase shock è stata scritta sulla sua pagina social dal leader lissonese di Fratelli d'Italia, Giovanni Camarda.

Morte di Mussolini: "Fiori a piazzale Loreto"

Prima lo striscione esposto in corso Buenos Aires a Milano qualche giorno fa, poi i blitz a Roma con cartelli inneggianti al duce. Anche a Lissone qualcuno ha voluto "ricordare", a modo suo, la morte del duce avvenuta il 28 aprile del 1945.

Lissone Giovanni Camarda Fratelli d'Italia Duce
Il post del presidente di Fratelli d'Italia Lissone, Giovanni Camarda

Una frase discutibile, quella di Camarda, che si va ad aggiungere alla sua posizione sulle celebrazioni in occasione della Festa della Liberazione dell'Italia dal regime nazifascista.

Giovedì, infatti, aveva commentato sulla sua pagina social "Una giornata che divide non può essere una festa. Io non festeggio il 25 Aprile". Una posizione simile a quelle di tanti "nostalgici" che, ancora oggi, negano quanto di atroce e antidemocratico è accaduto durante il Ventennio.

Il sindaco: "Il 25 Aprile è un simbolo"

Di tutt'altro avviso il sindaco di Lissone Concetta Monguzzi che durante le celebrazioni del 25 Aprile ha ricordato l'importanza di mantenere vivo il ricordo delle atrocità commesse dal fascismo.

Il 25 Aprile è il nostro simbolo istituzionale. Istituzionale perché segna la fine dell'orrore della guerra, è la conquista della libertà, il ripristino della Democrazia dopo il periodo del nazifascismo. Segna la nascita di una nuova Italia e di una nuova Europa.

Queste le parole pronunciate dal primo cittadino durante la cerimonia alla quale hanno partecipato tutti i più alti vertici civili e militari della città.

Lissone, cerimonia 25 Aprile 2019
Lissone, cerimonia 25 Aprile 2019

Un discorso, quello di Concetta Monguzzi, che ha ripercorso le battaglie di chi (pur di diversi partiti politici) ha combattuto per riportare la democrazia in Italia.

Il 25 Aprile nasce dalla lotta di liberazione e dalla Resistenza dove migliaia di giovani, di donne e di uomini hanno scelto di rischiare sulla propria vita per gli ideali di libertà, di unità nazionale, di uguaglianza. Furono i partigiani che combatterono, furono i soldati che fecero una scelta coraggiosa e giusta interpretando un momento difficile e drammatico. Uomini e donne diversi per cultura e appartenenze politiche o sociale si sentirono uniti in un progetto difficile da intuire nel suo complesso ma chiaro perché parlava di liberazione e di patria.

A Brescia una messa per il dittatore

Un necrologio dove si annuncia una messa in suffragio del dittatore. Questo quanto riportato dai nostri colleghi di Brescia Settegiorni.

Ancora oggi, in tanti, celebrano il ventennio fascista omettendo quanto commesso dal regime tra il 1922 e il 1943. L'abolizione dei partiti politici (ad esclusione di quello fascista), la limitazione della libertà di stampa, la cancellazione dei sindacati e del diritto di sciopero. Ma anche la trasformazione delle elezioni libere e democratiche in plebisciti a favore del regime.

Ma non bisogna dimenticare le leggi razziali e l'entrata in guerra nel 1940 a fianco della Germania nazista. Queste sono solo alcune delle atrocità che, spesso, qualcuno di dimentica di ricordare. Con buona pace di chi invece ha perso la vita per la libertà di questo Paese.

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Commenti
fabrizio Anselmi

L'aspetto più negativo del fascismo è quello di aver spianato la strada al nazismo, più aggressivo e feroce, da cui - con Salo'- è stato asservito. I nostalgici dovrebbero riflettere sul fatto che Il 25 luglio 1943 furono proprio gli stessi fascisti a dichiarare il fallimento del fascismo. Sino a '43 c'era solo avversione, l'odio nacque nel successivo biennio. Mussolini non era intenzionato a ritornare al potere, ne fu obbligato da Hitler e ciò gli costò la vita.

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